Tornare dalle vacanze è un po’ come ricominciare la scuola a settembre: da piccoli erano i quaderni, lo zaino e gli astucci nuovi a emozionarci, assieme alla voglia di ritrovare e incontrare i compagni di classe. Da adulti invece, superare il trauma del rientro al lavoro è più facile se pensiamo ai nuovi progetti/abitudini che riprenderemo dopo le ferie: un nuovo hobby, le uscite con gli amici, i brunch della domenica, i concerti e molto altro.
Milano in questo ci dà sempre una mano perché, nonostante tutti i luoghi comuni che la vogliono città interamente votata al lavoro e allo stress, è senza dubbi anche centro vitale in cui convogliano nuove tendenze da vivere in pieno.

Una su tutte? Riscoprire una dimensione più familiare di vivere il proprio tempo libero con la famiglia e gli amici, senza restarsene in casa, ma ricreando una dimensione più intima e meno alienante anche quando si è fuori, magari rispondendo a più bisogni contemporaneamente. Vediamo come:

I locali “tutto in uno”
I milanesi, si sa, non hanno molto tempo da perdere.
Ecco perché i locali e i negozi diventano multitasking: ristorante ma anche spazi concerti, co-working e shop.
Fioraio, ma anche piccolo bistrot, pasticceria, ma anche libreria in cui fare aperitivo e assistere alla presentazione di libri e mostre fotografiche: i nuovi spazi si fanno in due, tre, quattro e anche di più: multifunzionali ma friendly, accolgono i desideri di chi vuole mangiare qualcosa e magari si ferma per ascoltare buona musica, va a comprare un mazzo di fiori e poi decide di fare merenda o accendere il computer e rispondere alle mail.
Multitasking ma in modo smart.

Le cascine a due passi dalla città
L’Abbazia di Chiaravalle è praticamente a due passi dal centro della città: in aperta campagna, tra grilli e cicale, fiori e verde, sembra quasi di essere lontani anni luce da Milano e dal traffico.
Allo stesso modo, la tendenza del momento invita a spostarsi, magari davvero di poco e scoprire il fascino delle cascine milanesi, quelle in cui riscoprire sapori genuini, tavolate imbandite dove ricordarsi della bontà del classico pranzo della domenica e portare i bambini a respirare un pochino di aria pulita. Un piccolo salto indietro nel tempo per cui vale la pena dimenticarsi di controllare il cellulare.
Almeno per qualche ora.

I cortili da riscoprire
Che i cortili di Milano siano un’istituzione da preservare è cosa risaputa: case di ringhiera, botteghe di artisti e veri e propri giardini interni li rendono delle perle nascoste dietro ai pesanti portoni in legno.
Oggi questi cortili diventano protagonisti di cene organizzate da chi abita i palazzi adiacenti: lunghissime tavolate in cui ognuno cucina qualcosa e lo offre ai propri vicini; un bel modo per rompere il ghiaccio per chi abita a due passi e si incrocia solo sulle scale.
Molti cortili invece accolgono ristoranti e localini, ricreando un’atmosfera da sabato del villaggio, tra lucine colorate, calici che tintinnano e chiacchiere senza fine.

I bar segreti
Mantengono la stessa dimensione segreta, ma con una leggera sfumatura proibita, gli hidden bar dove rifugiarsi la sera e sentirsi un po’ nell’America del proibizionismo.
Atmosfere da secret bar, cocktail ovviamente ottimi, clientela selezionata che il più delle volte riesce ad accedere su invito personale di chi già frequenta da qualche tempo.
Unica regola? Non rivelare mai l’indirizzo, quindi attenzione alla geo-localizzazione dei social.

Il social eating 2.0
Che oramai sia un must in città lo sappiamo da tanto tempo: si mangia in case private, conoscendo persone nuove, un po’ per curiosità, un po’ perché il passaparola ha funzionato a dovere e si ha voglia di provare qualcosa di diverso.
Adesso il social eating milanese è 2.0: non solamente cene o pranzi in contesti speciali, ma anche concerti e spettacoli privati, workshop di fotografia e typing a colazione, merende per i bambini e English tea pomeridiano.
Insomma, una sorta di piccoli circoli privati in cui incontrare amici, sentirsi coccolati, provare qualcosa di esclusivo, magari dopo aver pazientemente aspettato il proprio turno (di solito si è messi in waiting list).
Ma ne vale la pena.

Ilaria Vita
Pepite per Tutti